I luoghi della cura

 

 

 

 

 

Giovedì 4 aprile, alle ore 15.30 nell’Aula D del Dipartimento di Giurisprudenza, Studi Politici e Internazionali dell’Ateneo di Parma (via Università, 12), si svolgerà il seminario I luoghi della cura.

L’evento è organizzato dal Centro Universitario di Bioetica (UCB), diretto dal prof. Antonio D’Aloia, Ordinario di Diritto Costituzionale e Biodiritto all’Università di Parma, che porterà gli indirizzi di saluto, introdurrà e modererà l’incontro.

Interverrà Rosagemma Ciliberti, prof.ssa di Bioetica all’Università di Genova, con una relazione su Umanizzazione della cura e degli spazi che curano.

Discuteranno della problematica:
- Gian Luigi de’ Angelis, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, che racconterà l’esperienza dell’Ospedale Pediatrico Pietro Barilla;
- Roberto Mauri, direttore generale de Il paese ritrovato, che porterà il racconto di questa nuova realtà, organizzata come un piccolo paese, dove le persone affette da malattie neuro-degenerative continuano a condurre una vita normale, sentendosi come a casa e ricevendo nel contempo le attenzioni necessarie. Un luogo reale che vuole rallentare il decadimento cognitivo e ridurre al minimo le disabilità nella vita quotidiana, offrendo alla persona residente l’opportunità di continuare a vivere una vita ricca ed adeguata alle sue capacità, ai suoi desideri e ai suoi bisogni;
- Stefano Rossi, dell’Università di Bergamo, autore di diversi articoli su riviste e in opere collettanee, nonché autore di una monografia su La salute mentale tra libertà e dignità della persona, che dedicherà il suo intervento a Le forme del diritto tra spazi della follia e luoghi della cura.

L’umanizzazione dei luoghi di cura è un tema che ha trovato un largo campo di studio e di sperimentazione e che trae i suoi fondamenti nell’evoluzione del concetto di salute e negli strumenti impiegati per garantirla: il paziente è inteso non solo come portatore di una patologia, ma come persona con esigenze psico-emotive e relazionali oltre che fisiche e funzionali. È ormai noto che un luogo di cura accogliente e attento alle esigenze di pazienti, famigliari e personale sanitario migliora le condizioni di salute, o quanto meno rende più sopportabile la malattia, grazie alle potenzialità ristorative di alcuni fattori ambientali.

 

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